R.D. del Congo: La situazione d'emergenza dei bambini si aggrava drasticamente

Alcuni estratti dell'Intervento della Direttrice generale dell’UNICEF Catherine Russell al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite 

Eine Mutter hält ihr Kind im Arm.
Una madre con il suo bambino nel centro sanitario di Shasha, a Shasa, provincia del Nord Kivu, RDC, il 10 aprile 2025.

«La significativa escalation del conflitto nella regione orientale della Repubblica Democratica del Congo (RDC) ha raggiunti livelli mai visti in 30 anni. L’intensificarsi delle violenze ha creato una delle peggiori crisi umanitarie al mondo, lasciando milioni di bambini a rischio.

Da gennaio, oltre 1 milione di persone – compresi circa 400 000 bambini – sono stati sfollati a causa delle violenze nelle province di Ituri, Kivu Nord e Kivu Sud. Questa nuova ondata di sfollamento si aggiunge alle oltre 5 milioni di persone, nella regione, che già vivevano in campi per sfollati  in condizioni di sovraffollamento e poco salubri che rendono molto più probabile la diffusione di malattie come il vaiolo, il colera e il morbillo.

La caratteristica più evidente e orribile di questo conflitto è la violenza dilagante commessa contro i bambini e le donne. Molte persone sono state uccise o ferite. Nel primo trimestre di quest'anno si è registrato un aumento del 100% delle gravi violazioni accertate rispetto al primo trimestre del 2024. Queste includono attacchi indiscriminati, reclutamento e utilizzo di bambini su larga scala, rapimenti collettivi di bambini e violenza sessuale diffusa.

Il tasso di violenza sessuale sui bambini ha raggiunto livelli incredibilmente alti. Le notizie dei partner per la protezione dell’infanzia mostrano che i bambini rappresentano più del 40% dei circa 10 000 casi di stupro e violenza sessuale riportati solo a gennaio e febbraio. L’UNICEF stima che durante le fasi più intense del conflitto quest’anno nella RDC orientale, ogni mezz’ora è stato violentato un bambino.

Questo indica chiaramente una crisi sistemica in cui lo stupro e altre forme di violenza sessuale vengono usate come arma di guerra per distruggere vite, famiglie e comunità. Tenete presente che questi numeri rappresentano solo i casi che sono stati denunciati, la cifra reale è probabilmente molto più alta, nascosta sotto strati di paura, stigma e insicurezza.  Di certo, questo dato dovrebbe costringere a un'ampia condanna e a un'azione urgente e collettiva.

Casi di rapimenti ed epidemie

I casi di rapimento di bambini sono aumentati di sei volte fra dicembre 2024 e febbraio di quest’anno. Questi aumenti sono accompagnati da segnalazioni di altre gravi violazioni dei diritti dei bambini, tra cui uccisioni e mutilazioni di bambini e minacce da parte di gruppi armati contro i bambini che vivono per strada.

Inoltre, gli sfollamenti ripetuti di massa e l’interruzione di servizi essenziali hanno creato le condizioni ideali per la diffusione di malattie endemiche. Bambini sotto i 5 anni, molti dei quali già affrontavano la malnutrizione cronica, sono particolarmente a rischio.

La Repubblica Democratica del Congo rimane l’epicentro dell’epidemia del nuovo ceppo di mpox. Non sorprende che la risposta al virus mpox continui ad essere pesantemente influenzata dal conflitto. Ad esempio, la maggior parte dei 143 pazienti affetti da mpox ricoverati nelle unità di isolamento di Goma è dovuta fuggire per mettersi al sicuro, rendendo quasi impossibile fornire loro assistenza e aumentando il rischio di diffusione della malattia, anche oltre i confini della RDC.

Scuole chiuse, violenza e insicurezza

Dall'inizio dell'anno, più di 2500 scuole e spazi per l'apprendimento nel Nord e Sud Kivu, comprese quelle nei campi di sfollamento, sono state costrette a chiudere, mettendo ulteriormente a rischio i bambini. In tempi di crisi, le scuole svolgono un ruolo cruciale nel mantenere la stabilità e nel fornire uno spazio sicuro che protegga i bambini dal potenziale reclutamento da parte dei gruppi armati e dalla violenza sessuale. Le scuole possono anche offrire ai bambini che hanno vissuto eventi traumatici l'accesso al sostegno psicosociale.
A peggiorare le cose, la violenza e l'insicurezza stanno minando il commercio e la capacità degli operatori umanitari di raggiungere costantemente i bambini e le famiglie in difficoltà. Le minacce e gli attacchi contro gli operatori umanitari sono aggravati da una diffusa disinformazione.

Da gennaio sono stati uccisi almeno 11 operatori umanitari. I locali e i magazzini umanitari sono stati saccheggiati, compresi i compresi i due centri per il trattamento del vaiolo sostenuti dall'UNICEF a Goma e il magazzino dell'UNICEF a Bukavu.

Nonostante le difficiltà l'UNICEF continua ad operare

Nonostante queste sfide, l'UNICEF continua a lavorare per i bambini e le famiglie della RDC orientale. Il personale operativo chiave è rimasto a Goma e Bukavu, insieme alle ONG partner, per tutta la durata dei combattimenti. La risposta dell'UNICEF si concentra sulla fornitura di assistenza salvavita per raggiungere le persone più bisognose - nei luoghi di sfollamento, nelle comunità ospitanti e nelle aree di origine. Gli interventi dell'UNICEF comprendono il trasporto d'acqua d'emergenza, la riabilitazione dei sistemi di approvvigionamento idrico, la creazione di punti di clorazione lungo il lago Kivu e la distribuzione di forniture WASH d'emergenza. Ora stiamo raggiungendo 700 000 persone al giorno a Goma con acqua pulita e servizi igienici.

Stiamo lavorando con I partner per fornire supporto ai sopravvissuti alla violenza sessuale e assistere i bambini con servizi di salute mentale e supporto psicosociale. Stiamo supportando anche la registrazione e l’assistenza per i bambini non accompagnati e separati cosicché possano essere riuniti alle loro famiglie.

Ma questo non è ancora abbastanza e la  risposta umanitaria sta affrontando una critica carenza di fondi. Nel 2024 l’UNICEF ha ricevuto solo il 20% dei fondi richiesti per rispondere agli urgenti bisogni di bambini e famiglie, lasciandone milioni senza accesso ad aiuti salvavita. Recentemente, abbiamo lanciato un appello urgente per circa 57 milioni di dollari per fornire assistenza di emergenza ai bambini nella Repubblica Democratica del Congo orientale per i prossimi tre mesi.

Agire con urgenza

Se la crisi dei finanziamenti non viene affrontata con urgenza, centinaia di migliaia di bambini nella RDC orientale non potranno usufruire di visite e cure per la malnutrizione, di farmaci e vaccini salvavita, di acqua potabile e di sostegno psicosociale.

L'UNICEF si unisce all'appello per l'immediata cessazione delle ostilità e per la piena attuazione della Risoluzione 2773 del Consiglio di Sicurezza, che chiede la de-escalation, il dialogo e la protezione dei civili - soprattutto dei bambini - nella RDC orientale. Esortiamo tutte le parti in conflitto, coloro che le sostengono e coloro che hanno influenza su di loro, a lavorare collettivamente e con decisione per la pace. Esortiamo tutte le parti in conflitto a rispettare gli obblighi derivanti dal diritto internazionale umanitario e dei diritti umani, in particolare quelli relativi alla protezione dei bambini. Chiediamo che siano chiamati a rispondere coloro che reclutano bambini, commettono violenze sessuali o prendono di mira i civili. L'impunità non deve prevalere.

Se non agiamo con urgenza, condanniamo una generazione di bambini alla paura, al trauma e a un futuro definito dalla violenza. Ma se ci battiamo insieme per la pace, la responsabilità e la protezione, offriamo a questi bambini qualcos'altro: la speranza.»