Care amiche e cari amici dell’UNICEF,
il coronavirus ha scombussolato la nostra esistenza. Pian piano si sta tornando alla vita normale di ogni giorno ma altrove ci sono bambini che lottano per sopravvivere, in balia delle forze della natura, di confl itti e di crisi. La loro unica speranza sono le persone che si impegnano, come voi.
Il 2019 è stato caratterizzato dalla 30ª ricorrenza della Convenzione sui diritti dell’infanzia, alla quale hanno aderito più Stati che a tutte le altre convenzioni ONU. Eppure ci sono ancora troppi bambini che non hanno l’opportunità di una vita autonoma e sana.
L’UNICEF ha compiuto più di 300 interventi di emergenza durante l’anno passato, tra i quali anche lo scorso marzo, quando i cicloni Idai e Kenneth hanno distrutto una delle regioni più povere dell’Africa sud-orientale. Ci sono stati morti, molte persone hanno perso la casa. Intere regioni sono state inondate, i raccolti sono andati distrutti. I più deboli – i bambini – sono i più colpiti. In Sud Sudan, Yemen e Siria le cose sono andate anche peggio: sono i luoghi più pericolosi in cui può vivere un bambino. I collaboratori dell’UNICEF si impegnano instancabilmente affi nché in questi luoghi ci sia accesso a salute, protezione e istruzione.
Un problema che riguarda tutti noi mette in ombra a livello mediatico queste dolorose vicende: quello del cambiamento climatico. I suoi eff etti comportano, in tutto il mondo, la violazione dei diritti dell’infanzia. È necessario un cambio di prospettiva, per questo
l’UNICEF sta imboccando nuove strade: ad esempio con un progetto che utilizza rifi uti di plastica per produrre mattoni con cui costruire aule scolastiche. L’UNICEF si impegna per i bambini da oltre 70 anni. La nostra esperienza pluriennale e la presenza in tutto il mondo ci permettono di sostenere i bambini nel loro sviluppo più di ogni altra organizzazione umanitaria. Anche nel 2020 stiamo lavorando per rendere il mondo un po’ più sano, sicuro e vivibile per ogni bambino. Grazie per il vostro aiuto..
Il nostro impegno 2019
Nel 2019 il nostro aiuto è stato più che mai necessario.
L’UNICEF si è posto l’obiettivo di migliorare in modo duraturo il mondo dei bambini: nessuno di loro deve essere lasciato indietro. Per realizzarlo, l’UNICEF punta fermamente sull’efficacia dei programmi. L’UNICEF aiuta i bambini in modo rapido e a lungo termine in tutto il mondo, spesso in condizioni estremamente difficili. Un mondo migliore è possibile, ma il presupposto è offrire a ogni bambino le stesse opportunità.
UNICEF ha ottenuto molto, ad esempio:
Visite
di persone
bambini
bambini
Impegno in tuttoil mondo.
Perogni bambino.
L’obiettivo entro il 2021 è di migliorare soprattutto la vita dei bambini più svantaggiati ed emarginati. Per questo, insieme a organizzazioni partner e governi, attuiamo in 150 paesi dei programmi permigliorare in modo duraturo le condizioni di vita dei bambini.
In Bolivia i diritti dell’infanzia, sebbene sanciti dalla legge, sono a volte scarsamente rispettati. Spesso i bambini sono considerati oggetti di proprietà dei genitori. La violenza nei confronti dei bambini si manifesta sotto molti aspetti: abusi sessuali, negligenza, punizioni corporali e violenza psichica, per citarne solo alcuni. La povertà e l’alcolismo aggravano il problema. L’UNICEF si impegna per migliorare la prevenzione e l’accesso agli aiuti. A livello locale formiamo i genitori e le comunità, a livello nazionale rafforziamo i sistemi sanitari, dell’istruzione e della protezione infantile.
Il 73% dei quasi 110 milioni di etiopi sono bambini e adolescenti sotto i 14 anni. Quasi tutti iniziano la scuola, ma molti non sono abbastanza preparati ad affrontarla. Un bambino su cinque non porta a termine la prima elementare. Hanno bisogno di sostegno soprattutto i bambini piccoli provenienti dalle regioni rurali o con un background da rifugiati. L’UNICEF istituisce pertanto gruppi di gioco e scuole materne mobili. Famiglie e comunità vengono sensibilizzate sull’importanza dell’istruzione scolastica. Si formano consigli di genitori e si preparano insegnanti di scuola materna ed educatori.
Lo Yemen sta attraversando la più grande crisi umanitaria del mondo. Su 30 milioni di abitanti, più di 24 milioni di persone necessitano di aiuti. Metà di loro sono bambini. Gran parte della popolazione non ha accesso sicuro ai generi alimentari. 1,8 milioni di bambini e 1,1 milioni di donne incinte o che allattano soffrono di malnutrizione acuta. L’UNICEF abilita centri sanitari terapeutici e consente la formazione di personale medico.
Il 40 per cento dei bambini del Myanmar vive in povertà e ciò si ripercuote sulla loro possibilità di sopravvivere: 46 bambini su 1000 muoiono prima di compiere 5 anni. Le madri durante la gravidanza non si alimentano abbastanza e partoriscono i figli a casa. La mortalità materna è al secondo posto nell’Asia sud-orientale. Per questo l’UNICEF collabora strettamente con il governo: il programma offre alle donne incinte e alle giovani madri un sostegno finanziario durante i primi 1000 giorni e favorisce la diffusione di informazioni su un’alimentazione sana.
Altri programmi
L’UNICEF opera in più di 150 paesi e regioni. Per saperne di più z clicca qui.
Aiuti invernali in Medio Oriente
Durante l’inverno, centinaia di migliaia di bambini in Siria, Iraq, Libano e altri paesi del Medio Oriente hanno dovuto lottare ogni giorno per sopravvivere.
Per i bambini della Siria e dei paesi confinanti, i lunghi mesi invernali sono stati particolarmente duri. Pioggia e neve trasformavano le strade in pozzanghere fangose, le tempeste demolivano capanne e tende nei campi profughi, il freddo penetrava ovunque. Le malattie infettive si sono diff use sfociando presto in polmoniti pericolose per i bambini già deboli.
Oggi in Siria, Irak, Libano, Giordania e in altri paesi del Medio Oriente vivono più di otto milioni di bambini sfollati. Pochissimi genitori hanno i mezzi per off rire ai fi gli i vestiti per l’inverno.
L’UNICEF ha messo a disposizione su larga scala aiuti invernali per un milione di bambini in Medio Oriente.
È stata data la priorità alle bambine e ai bambini più vulnerabili: i più giovani, i più poveri e quelli che vivono nelle aree più isolate. Sono stati distribuiti pacchetti invernali con indumenti pesanti, scarpe e coperte, o consegnati dei buoni da scambiare nei negozi locali con indumenti per bambini. Sono state riscaldate le aule scolastiche per permettere ai bambini di continuare a seguire le lezioni. Anche d’inverno, l’UNICEF mette a disposizione acqua pulita, crea impianti igienico-sanitari e provvede alle forniture mediche..
Aiuti d’emergenza ciclone Idai in Africa sud-orientale
Il 14 marzo 2019, nell’Africa meridionale, il ciclone Idai ha devastato gli Stati del Mozambico, del Malawi e dello Zimbabwe.
Il violento uragano ha lasciato dietro di sé tre milioni di persone bisognose di aiuto. Metà di loro sono bambini. 600 persone sono morte. Soltanto poche settimane dopo Idai, in aprile il Mozambico è stato colpito da un secondo uragano, il ciclone Kenneth. Si delineava un’altra catastrofe: nel giro di due settimane sono stati segnalati più di 500 casi di colera.
Da quando si è verificata questa catastrofe devastante, i soccorritori dell’UNICEF operano 24 ore su 24. Nei primi mesi la priorità è stata impedire lo scoppio di epidemie come il colera: sono stati istituiti centri di cura per i malati di colera ed è stata avviata una campagna di vaccinazione su vasta scala che ha garantito la protezione a 1,103 milioni di persone.
Il ciclone Idai ha distrutto innumerevoli campi: i raccolti risultano molto scarsi o del tutto inesistenti, i generi alimentari non bastano per tutti. Decine di migliaia di bambini non hanno abbastanza cibo e rischiano la malnutrizione acuta. Una delle priorità assolute dell’UNICEF è quella di visitare e curare con una speciale alimentazione terapeutica.
Le famiglie che ritornano non sanno se la loro casa esiste ancora; alcune devono ripartire da zero. L’UNICEF in collaborazione con il governo le aiuta mettendo a disposizione alloggi temporanei e cercando luoghi sicuri per nuovi insediamenti.
Dopo le catastrofi, per i bambini è di enorme aiuto tornare a scuola e condurre una vita il più possibile regolare. Zone adatte ai bambini, assistite da collaboratori dell’UNICEF, permettono loro di condividere le preoccupazioni e dimenticarle per un attimo. Nelle tendopoli ci sono 294 punti di apprendimento che restituiscono loro un pezzo di vita quotidiana.
I rififi uti di plastica diventano aule scolastiche
La Costa d’Avorio ha un problema ambientale: i rifi uti di plastica. Soltanto nel centro economico di Abidjan si producono ogni giorno 288 tonnellate di rifi uti di plastica.
Appena il cinque per cento di questi rifiuti viene raccolto e riciclato. A svolgere questo compito sono soprattutto donne che ricevono in cambio meno di un dollaro al giorno. La maggior parte dei rifiuti di plastica finisce nelle discariche o nella natura.
La Costa d’Avorio ha fatto grandi progressi nell’ambito dell’istruzione. Tuttavia, ci sono ancora più di 2 milioni di bambini tra i 6 e i 16 anni che non frequentano le lezioni, anche perché mancano le aule. Nelle aule buie e scarsamente arieggiate spesso siedono stipati fino a 100 scolari. Senza aiuto, entro il 2025 mancheranno più di 30 000 aule scolastiche.
Nella Costa d’Avorio l’UNICEF sta attuando insieme al nostro partner MSC una soluzione intelligente per entrambi i problemi: i rifiuti di plastica diventano aule scolastiche.
In collaborazione con l’impresa colombiana Conceptos Plásticos, con i rifiuti di plastica si fabbricano mattoni da costruzione economici e durevoli, di facile impiego come i mattoncini Lego.
La materia prima, i rifiuti di plastica, è procurata dalle raccoglitrici, che sono spesso madri sole. Se finora ricevevano un compenso scarso per il loro lavoro, Conceptos Plásticos offre loro invece una remunerazione adeguata.
I mattoni di plastica sono impiegati come materiale per costruire le aule. Così il programma dell’UNICEF rende pulito l’ambiente, offre più istruzione per i bambini in classi più piccole e nel contempo una fonte di sostentamento per le donne. Grazie al generoso sostegno del nostro partner MSC Foundation si possono costruire 152 aule per più di 8000 bambini.
«Vorrei imparare il più possibile»
Rokeya, 12 anni, vive in uno dei più grandi campi profughi del mondo: il Cox’s BaZar, nel Bangladesh. Ha bisogno di aiuti umanitari per sopravvivere e d’istruzione per condurre una vita dignitosa.
Rokeya è davanti a un centro di apprendimento dell’UNICEF nel campo profughi, e sorride felice. Qui va a scuola. Rokeya appartiene al gruppo etnico dei Rohingya e insieme ad altri 1,2 milioni di persone è fuggita dal Myanmar nel campo di Cox’s BaZar. Per il momento, ritornare non è possibile. I rifugiati, compresa la famiglia di Rokeya, vivono in condizioni molto precarie.
Anche se ormai è garantito un approvvigionamento di base – acqua potabile, generi alimentari e assistenza medica – circa mezzo milione di bambini non ha accesso all’istruzione formale. Per poter crescere e avere la prospettiva di una vita migliore, essi hanno bisogno di conoscenze e competenze. Per questo l’UNICEF ha istituito circa 2500 centri di apprendimento e ne seguiranno altri. Più di 200 000 bambini beneficiano delle lezioni.
Rokeya è felicissima di poter studiare e impara molto: matematica, inglese, burmese, competenze quotidiane, scienze naturali, attività manuali. Il programma di apprendimento su misura per i bambini Rohingya è stato ideato con l’aiuto dell’UNICEF..
«Vorrei imparare il più possibile per fare l’insegnante», racconta la vivace ragazzina. È dispiaciuta del fatto che nel campo profughi le bambine non possono giocare fuori come i ragazzi. Per fortuna però l’UNICEF ha istituito sale polivalenti e zone protette per le donne e i bambini, dove possono giocare e incontrarsi senza paura.
Più di 200 000 bambini beneficiano delle lezioni
Non si sa ancora se Rokeya farà veramente l’insegnante, ma grazie all’UNICEF ha maggiori opportunità di prendere in mano la propria vita e destreggiarsi senza dover dipendere da aiuti internazionali.
Settimana delle stelle — Aiuti per i bambini rifugiati in Ruanda
Quasi 35 000 bambini del Burundi vivono nel campo profughi Mahama in Ruanda. L’UNICEF fa sì che questi bambini e bambine abbiano un’infanzia e un futuro, nonostante le condizioni diffi cili.
La settimana delle stelle è un’iniziativa di raccolta di bambini per altri bambini. È stata lanciata dall’UNICEF Svizzera e Liechtensteinin in collaborazione con la rivista «Schweizer Familie». Dal 2004 più di 100 000 bambini hanno raccolto circa 7 milioni di franchi, dimostrando in modo incisivo la loro solidarietà nei confronti dei bambini bisognosi. Nel 2019 la settimana delle stelle era incentrata sul tema «aiuti per i bambini profughi in Ruanda». Con idee creative i bambini della Svizzera e del Liechtenstein hanno raccolto off erte per i loro coetanei nel campo profughi di Mahama.
Lo stato del Burundi, nell’Africa dell’est, è segnato da un confl itto iniziato nel 2015 nell’ex capitale Bujumbura ed estesosi gradualmente alle zone rurali. Da allora, il timore di persecuzioni politiche, oltre alla fame diff usa ovunque, hanno costretto più di 400 000 persone a fuggire negli Stati confi nanti, Ruanda, Tanzania e Uganda.
Circa 62 000 profughi del Burundi, tra cui quasi 35 000 bambini, hanno trovato rifugio nel campo di Mahama in Ruanda, che però non è un posto adatto ai bambini. Questi vivono stipati in alloggi provvisori, insieme a persone estranee.
Burundi
Il 64% delle persone vive con meno di 2 $ al giorno, il 56% dei bambini è malnutrito, la mortalità infantile è di 58 decessi per ogni 1000 nati vivi. Il 51% della popolazione ha meno di 18 anni.
L’UNICEF collabora strettamente con il governo per garantire l’integrazione dei bambini rifugiati del Burundi nel sistema statale di protezione dei minori. I diritti dei bambini rifugiati devono essere riconosciuti e garantiti a livello nazionale.
«La raccolta delle offerte è stata molto divertente e speriamo tutti che i bambini rifugiati in Ruanda possano avere un futuro migliore!»
La settimana delle stelle 2019 aiuta
Le donazioni della settimana delle stelle 2019 permettono all’UNICEF di provvedere alla protezione dei bambini rifugiati in Ruanda. L’UNICEF crea zone adatte ai bambini nel campo profughi di Mahama e forma assistenti sociali statali e volontari perché si prendano cura dei bambini rifugiati. L’obiettivo è far sì che i bambini rifugiati non solo siano accuditi nel campo, ma anche inseriti nelle strutture statali di protezione dell’infanzia.
Nel 2019 5200 bambini hanno raccolto quasi 340 000 franchi. Grazie di cuore a tutti i partecipanti della settimana delle stelle.
L’UNICEF fa in modo che la Svizzera e il Liechtenstein siano più a misura di bambino
I bambini hanno diritto a essere ascoltati. L’iniziativa dell’UNICEF «Comune amico dei bambini» (CAB) incoraggiain modo mirato un maggior sostegno ai bambini nel loro ambiente di vita più prossimo.
I comuni hanno l’opportunità di superare un iter standardizzato e ricevere la distinzione «Comune amico dei bambini». Alla fine del 2019 in Svizzera e in Liechtenstein i comuni certificati erano in tutto 42. Soltanto l’anno scorso si sono aggiunti sei nuovi comuni.
Vertice internazionale
In occasione del 30º anniversario della Convenzione sui diritti del fanciullo, l’UNICEF ha organizzato per la prima volta insieme alla città di Colonia il vertice internazionale delle «Child Friendly Cities».
Erano invitati bambini e adolescenti di tutto il mondo, nonché specialisti provenienti dai comuni coinvolti che lavorano insieme a bambini e adolescenti. Per la Svizzera e il Liechtenstein hanno partecipato i «comuni amici dei bambini» di Berna, Locarno e Ruggell.
Si è discusso insieme di approcci innovativi per attuare e promuovere i diritti dell’infanzia a livello locale. Il vertice è servito anche a riaffermare l’impegno dei rappresentanti politici ad attuare la Convenzione sui diritti dell’infanzia. A tale scopo bambini e adolescenti hanno presentato un manifesto dedicato all’attuazione della Convenzione.
A Colonia sono stati premiati i comuni che hanno dimostrato un impegno innovativo a favore dei diritti dei bambini. Tra più di 200 candidature la città di Kriens ha vinto un Inspire Award per l’area ricreativa di «Langmatt» nella categoria «vita familiare, gioco e tempo libero».
Sono ormai più di 200 000 i bambini che nell’ambito dell’iniziativa possono contribuire a forgiare il loro ambiente di vita. La loro voce diventa importante; inoltre, partecipando e assumendosi responsabilità, imparano a costruire il loro futuro in prima persona.
I bambini hanno festeggiato iloro diritti
Il 20 novembre più di 850 bambini hanno festeggiato nella Bundesplatz a Berna il 30º anniversario della Convenzione ONU sui diritti del fanciullo, alla presenza del Consigliere federale Alain Berset.
Per l’anniversario sono giunte nella capitale federale 40 scolaresche da tutta la Svizzera, composte da bambini e adolescenti tra i 9 e i 18 anni. Il loro obiettivo era apprendere di più sui propri diritti. In tutta la città erano distribuite stazioni interattive dove i bambini e gli adolescenti potevano approfondire le loro conoscenze in materia.
Sul palco open-mic i rappresentanti delle scolaresche avevano l’opportunità di fare domande al Consigliere federale Alain Berset. Quest’ultimo ha sottolineato l’importanza a livello mondiale della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia quale fondamento dei diritti e della partecipazione di bambini e adolescenti: «Il senso è parlare meno dei bambini e di più insieme a loro».
Nonostante i cambiamenti positivi, c’è soprattutto un problema sostanziale: i diretti interessati – bambini e adolescenti – conoscono troppo poco i loro diritti nella società. L’evento è stato organizzato in collaborazione con le quattro organizzazioni Fondazione Villaggio Pestalozzi per bambini, Protezione dell’infanzia Svizzera, Pro Juventute e Comitato per l’UNICEF Svizzera e Liechtenstein.
Trent’anni fa, il 20 novembre 1989, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato la Convenzione sui diritti del fanciullo. La Convenzione sui diritti del fanciullo è costituita da 54 articoli che si fondano sui quattro diritti fondamentali: uguaglianza di trattamento, tutela del benessere dei bambini, diritto alla vita e allo sviluppo e diritto a essere ascoltati e a partecipare. La Svizzera ha ratificato la Convenzione nel 1997.
2019: un anno ricco di eventi culminanti
Ogni anno, il 20 novembre bambini e adulti di tutto il mondo festeggiano la giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. È il giorno in cui nel 1989 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite approvò la Convenzione sui diritti dell’infanzia. In questa occasione l’UNICEF ha fatto illuminare di blu edifici e monumenti famosi in tutto il mondo come l’Acropoli o l’Empire State Building. In Svizzera è stato illuminato simbolicamente di blu il Jet d’eau nel bacino del lago di Ginevra. L’iniziativa ha richiamato l’attenzione sui diritti dell’infanzia, ricordando ancora una volta che tali diritti valgono per ogni bambino.
Il 3 settembre 2019 si è svolta in 12 luoghi di tutta la Svizzera la Giornata Digitale. L’UNICEF Svizzera e Liechtenstein ha colto quest’occasione per analizzare il mondo dei giovani influencer, finora poco studiato. I 52 giovani influencer più popolari della Svizzera hanno 10,4 milioni di follower. Nel corso di uno studio preliminare, l’UNICEF li ha innanzitutto individuati.
Quattro di questi giovani inflluencer e un’attivista ambientale sono stati invitati a parlare sul palco principale alla stazione centrale di Zurigo. Insieme all’ambasciatore dell’UNICEF Anatole Taubman, i giovani ospiti hanno discusso di realtà virtuali, responsabilità partecipativa nei confronti della società e sulle esigenze di protezione nel mondo digitale.
La digitalizzazione offre ai giovani opportunità di partecipazione,istruzione e nuovi profili professionali.
Ma il mondo della rete crea anche pericoli. Secondo l’UNICEF è quindi importante informare bambini e adolescenti, appianare in tutto il mondo le differenze relative all’uso di Internet, richiamare l’attenzione sui diritti dell’infanzia e rafforzarli.
UNICEF ha una lunga tradizione in fatto di ambasciatori: già più di cinquant’anni fa, il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia ha riconosciuto l’importanza di sensibilizzare l’opinione pubblica sui diritti dei bambini, valendosi di figure di spicco come Audrey Hepburn e Sir Roger Moore.
«L’UNICEF aiuta i bambini più vulnerabili al mondo», afferma la trentenne del Liechtenstein. «È un compito importante che posso sostenere pienamente.»
Nel mondo, varie star dello sport di portata internazionale – come Serena Williams, Lionel Messi, Novak Djokovic e David Beckham – partecipano ad eventi pubblici in nome dell’UNICEF in qualità di ambasciatori e ambasciatrici.
Il 15 giugno 2019 si è svolto per la prima volta a Uster l’UNICEF CYCLING FOR CHILDREN.
785 persone hanno percorso in bicicletta il giro di circa 20 km intorno al lago Greifensee, per la sopravvivenza dei bambini bisognosi. Oltre a numerose famiglie e singoli ciclisti, l’UNICEF è riuscito a coinvolgere anche 30 team aziendali, numerose celebrità e appassionati di sport. Erano presenti i due ambasciatori dell’UNICEF, Tina Weirather e Anatole Taubman, sportivi estremi come Natascha Badmann e Sven Riederer, lo sciatore agonistico Gilles Roulin, qui residente, Annina Frey, fanatica dello sport ed ex presentatrice di G&G, e l’attore svizzero Leonardo Nigro. Nell’ambito di quest’evento, il fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia ha raccolto circa 312 000 franchi. Questo importo aiuta l’UNICEF a finanziare programmi per la sopravvivenza dei bambini, in modo che crescano sani, abbiano accesso ad acqua pulita e non soffrano la fame.
Fatti e cifre
Bilancio & Conto d'esercizio
In Svizzera e nel Liechtenstein il mercato delle donazioni è molto conteso: ciò richiede una trasformazione. L’UNICEF Svizzera e Liechtenstein punta quindi l’accento sull’agilità e la digitalizzazione, per un UNICEF ancora più forte.
Tutti devono impegnarsi insieme per il bene dei bambini. Imprese, governi, la società civile, scienziati e i giovani stessi.
Outlook
Obiettivi dell’UNICEF per il 2020 i 2021
Il vostro prezioso sostegno permette all’UNICEF di impegnarsi per i bambini in oltre 150 paesi: perché abbiano accesso a un’alimentazione sufficiente ed equilibrata e ad acqua pulita, perché ricevano assistenza medica, perché possano frequentare la scuola e siano protetti da violenza e sfruttamento.