Oggi UNICEF Svizzera e Liechtenstein, in collaborazione con Pro Juventute e con il supporto di un’ampia coalizione di organizzazioni, ha pubblicato una presa di posizione, che prende in esame le mancanze nel rispetto della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia, registrate per effetto della pandemia di Covid-19, e che formula richieste concrete sulla base di tali evidenze.
UNICEF Svizzera e Liechtenstein, in collaborazione con Pro Juventute, l’«Associazione mantello Svizzera per l’animazione socioculturale dell’infanzia e della gioventù» (DOJ), la Rete svizzera diritti del bambino, la comunità d’interesse IG-Sport Schweiz e la «Federazione svizzera delle associazioni giovanili» (FASG), ha pubblicato una presa di posizione sulla situazione dei diritti dell’infanzia. Questo documento formula richieste concrete al fine di rimediare alle mancanze nel rispetto della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia (CDI), rese particolarmente evidenti in Svizzera a causa della pandemia di Covid-19.
Il documento si basa sulla collaborazione tra varie organizzazioni giovanili ai tempi della pandemia.
Nello specifico, fa riferimento a svariati diritti dell’infanzia: ad esempio, il diritto alla protezione da ogni tipo di discriminazione (art. 2 CDI), al miglior stato di sviluppo e di salute possibile (art. 6 e 24 CDI), a intrattenere contatti con entrambi i genitori (art. 9 CDI), all’informazione e alla libertà di espressione (art. 13 CDI), alla protezione (19, 34 e 37 CDI), all’istruzione (art. 28 e 29 CDI) e al gioco e al tempo libero (art. 31 CDI).
Affinché tali diritti dei bambini siano fatti valere nel modo giusto servono misure concrete, tra cui:
- l’elaborazione di progetti per il superamento delle differenze di apprendimento in conseguenza della chiusura delle scuole o dell’insegnamento a distanza;
- il mantenimento di offerte per il riposo, lo sport e il tempo libero, che permettano di restare in contatto con i coetanei e offrano opportunità di ricreazione;
- l’introduzione di un sistema nazionale di monitoraggio e raccolta dati sullo stato psichico di bambini e adolescenti;
- una comunicazione sulla crisi specifica per i bambini e gli adolescenti e che utilizzi un linguaggio adatto;
- l’elaborazione di misure e messaggi chiave, con la partecipazione di bambini e adolescenti, che tengano in considerazione i loro interessi;
- la consapevolezza delle differenze esistenti tra i bambini, il che significa che i bambini e gli adolescenti non devono essere considerati come un gruppo omogeneo;
- la promozione di misure compensative per i gruppi di minori più vulnerabili, allo scopo di garantire pari opportunità.
Cerchia di destinatari: autorità federali e conferenze intercantonali
La presa di posizione serve da supporto alle autorità per prendere in considerazione le prospettive dei diritti dei minori nell’elaborazione della lotta alla pandemia, grazie alla trasmissione di informazioni e di basi decisionali. Il documento rivolge inoltre richieste concrete a tutti i soggetti decisionali, in particolare alle autorità federali e alle conferenze intercantonali: in caso di future pandemie, esse hanno il dovere di dare maggiore peso ai diritti dell’infanzia e di tenerli in considerazione anche nell’elaborazione delle conseguenze della pandemia.
In caso di future pandemie, i diritti e le esigenze di bambini e adolescenti devono essere maggiormente considerati anche a livello nazionale e sin da subito, con particolare riferimento alle conseguenze di determinate misure sul benessere psichico e sociale nonché sulle pari opportunità. Occorre altresì fare attenzione che gli interessi e le prospettive dei bambini e degli adolescenti non vengano strumentalizzati a favore degli interessi dei singoli, come è parzialmente accaduto durante la pandemia di Covid-19 per mezzo di voci critiche sulle misure. Infine, è assolutamente imprescindibile indagare le conseguenze a lungo termine delle misure a livello di tutela della salute e, se necessario, prendere provvedimenti per compensare gli squilibri presenti.