Attualmente il numero di bambini che necessitano di aiuti umanitari è pari ai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Crisi, guerre, sfollamenti, malattie e l’aumento vertiginoso dei casi di malnutrizione affliggono questi piccoli e le loro famiglie. Al contempo, il cambiamento climatico peggiora la situazione e fa emergere nuovi focolai di crisi. Il seguente blog descrive le condizioni in cui versano undici Paesi, in cui i mezzi finanziari non sono sufficienti e dove c’è bisogno di maggiore aiuto per garantire i bisogni fondamentali dei bambini e delle loro famiglie.
La situazione è critica, ma non irrimediabile. Sappiamo come raggiungere l’infanzia più a rischio e bisognosa. Che si tratti di distribuire vestiti invernali, di mettere a disposizione alloggi sicuri per famiglie sfollate o di fornire farmaci e alimenti terapeutici pronti all’uso, l’UNICEF è sul posto, dal Bangladesh allo Yemen, da Haiti al Sud Sudan.
Le massicce inondazioni nel Sud Sudan hanno avuto ripercussioni disastrose sulla popolazione. I raccolti sono andati distrutti, i pascoli per i bovini e il bestiame in generale sono stati sommersi dall’acqua e le famiglie sono state costrette ad abbandonare le loro case. Visto l’aumento del numero di persone che soffrono la fame e la malnutrizione, in alcune municipalità c’è il rischio che la popolazione muoia di fame senza aiuti umanitari a lungo termine.
L’UNICEF si adopera per fare in modo di visitare e curare i bambini colpiti da malnutrizione acuta grave, una delle minacce più grandi e potenzialmente letali per la popolazione infantile. L’UNICEF introduce anche provvedimenti che mirano a preparare le famiglie a eventuali nuove catastrofi naturali, mettendo ad esempio a disposizione strutture sopraelevate per ridurre l’impatto delle frequenti inondazioni.
Dopo otto anni di conflitti, i sistemi di approvvigionamento, da cui dipendono le famiglie nello Yemen, sono costantemente sull’orlo del collasso. Dal 2015 sono stati uccisi o feriti più di 11 000 bambini. I violenti conflitti, le frequenti catastrofi naturali nonché il massiccio sfollamento hanno fatto sì che due milioni di bambini soffrano di malnutrizione acuta e debbano lottare per sopravvivere.
L’UNICEF è operativo nello Yemen per offrire servizi sanitari e alimentari salvavita grazie a misure quali il riconoscimento precoce e il trattamento della malnutrizione nei bambini, il quale si basa sull’assunzione del «Plumpy Nut», uno degli alimenti terapeutici più efficaci nella lotta alla malnutrizione. Questa sostanziosa pasta di arachidi contiene importanti micronutrienti e, in passato, è stata utile per salvare la vita a milioni di bambini in tutto il mondo.
La combinazione di disordini politici, insurrezioni civili e scontri tra bande nonché di povertà paralizzante e catastrofi naturali rappresenta ormai da molti anni una sfida costante per gli abitanti di Haiti. A ciò si aggiunga l’aumento dei casi di colera nel 2022, un’ulteriore minaccia per la vita e la salute dei più piccoli.
Nonostante la situazione estremamente instabile, l’UNICEF continua ad adoperarsi, insieme ai suoi partner, per tutelare gli abitanti di Haiti e per fornire kit per il colera, compresse per purificare l’acqua e, appunto, acqua potabile. Per arginare la malnutrizione, l’UNICEF sottopone i bambini a visite mediche, per assicurarsi che chi ha bisogno di aiuto possa essere curato nelle cliniche mobili e presso altre strutture.
L’escalation del conflitto armato, così come la continua diffusione di malattie mortali, mettono a durissima prova la vita di milioni di bambini nella Repubblica Democratica del Congo. Il Paese si attesta al secondo posto a livello mondiale per numero di sfollati interni. Le condizioni disastrose nei campi, dove vivono le famiglie, sono fonte di pericolo per i bambini, in quanto maggiormente esposti al rischio di subire violenza e contrarre malattie.
Nonostante le condizioni ambientali siano difficilmente prevedibili in alcune zone del Paese, si continuano a portare avanti i programmi a favore delle famiglie maggiormente fragili, tra cui l’approvvigionamento di acqua, la costruzione di strutture sanitarie, l’attuazione di misure igieniche e a tutela dei bambini nonché l’assistenza sanitaria e alimentare.
Le piogge che, nel 2022, hanno causato inondazioni di portata epocale in larga parte del Pakistan dovrebbero ormai essere alle spalle, ma non si può dire lo stesso della situazione critica che affligge i bambini. Anche dopo mesi dalle inondazioni, le superfici coltivabili e i villaggi restano ancora sommersi dall’acqua. Quasi otto milioni di persone continuano a vivere nelle regioni inondate o in zone limitrofe. Molte di queste famiglie trovano riparo in tende di fortuna ai bordi delle strade o vicino alle macerie delle loro abitazioni – spesso a diretto contatto con l’acqua stagnante e inquinata.
Nel Burkina Faso sono circa 1,7 milioni le persone in fuga e il 60% di loro sono bambini. Le cause sono da attribuire principalmente all’instabilità politica, alle ripercussioni del cambiamento climatico e alle crisi economiche e sanitarie. I timori, gli stati depressivi e altri problemi legati allo stress generato dallo sfollamento possono minare la salute fisica ed emotiva dei bambini per tutta la vita.
La sempre più aspra guerra civile in Myanmar si ripercuote con forza sempre maggiore sui più piccoli e sulle loro famiglie. Circa 5,6 milioni di bambini necessitano di aiuti umanitari. Gli attacchi alle scuole e agli ospedali hanno ormai assunto proporzioni allarmanti. Nel frattempo, nel susseguirsi dei conflitti armati, sono state registrate gravi violazioni dei diritti dell’infanzia. Il conflitto ha limitato l’approvvigionamento di servizi sanitari per i bambini, comprese le vaccinazioni di routine, e rischia di danneggiare a lungo termine la salute e il benessere dei più piccoli in Myanmar.
In considerazione dell’elevato numero di bambini non vaccinati, l’UNICEF si batte per raggiungere l’immunizzazione completa per tutti i bambini bisognosi. L’UNICEF si adopera inoltre per garantire un ambiente di apprendimento sicuro per i più piccoli e, in collaborazione con i partner, si batte in tutto il Paese per spiegare loro la pericolosità degli ordigni esplosivi.
I bambini della Palestina vivono ormai da lungo tempo in una situazione di occupazione militare continua. Sono circa 2,1 milioni le persone – più della metà bambini – che necessitano di aiuti umanitari.
Dal 2009, l’UNICEF supporta i centri famiglia nella Striscia di Gaza, offrendo assistenza psicosociale a queste piccole creature. I bambini che hanno bisogno di supporto specialistico – ad esempio quelli esposti al rischio di subire violenza a casa, a scuola o sul posto di lavoro –
ricevono l’assistenza di uno specialista dedicato, che lavora direttamente con loro e le loro famiglie. Questi centri rappresentano anche un luogo sicuro dove giocare e svolgere attività di gruppo, atte a promuovere lo sviluppo infantile. Essi hanno anche il compito di illustrare ai bambini quali sono le minacce alla loro sicurezza, facendo imparare loro, tra le altre cose, a riconoscere i resti di materiale bellico.
Dopo cinque stagioni di fila senza pioggia, il Kenya sta vivendo il periodo di siccità più duro da 40 anni. Senza acqua le piante non riescono a crescere, gli animali e il bestiame muoiono. La conseguente perdita di cibo nutriente, insieme alle pessime strutture sanitarie, hanno ridotto centinaia di migliaia di bambini in condizioni di malnutrizione tali da dover essere curati. Questi bambini sono troppo magri e il loro sistema immunitario è talmente indebolito da mettere in pericolo la loro vita.
Cinque anni dopo lo scoppio dell’emergenza profughi Rohingya, nel Bangladesh se ne contano ancora centinaia di migliaia. Molti di loro, in fuga dall’estrema violenza perpetrata in Myanmar, hanno trovato rifugio nel distretto di Cox’s Bazar, dove ricevono quantomeno l’assistenza di base all’interno dei campi. Tuttavia, i bambini restano esposti alle malattie, alla denutrizione e malnutrizione, a insufficienti opportunità di istruzione e ad altri rischi come lo sfruttamento e la violenza.
L’UNICEF continua a sostenere un’ampia gamma di servizi assistenziali per le famiglie Rohingya, tra cui i centri per l’assistenza medica di base e i centri di apprendimento. L’UNICEF si batte anche per migliorare l’accesso ai servizi dei bambini con disabilità.
Dieci anni abbondanti di crisi umanitarie e di guerra hanno fatto sì che i bambini siriani siano cresciuti in una delle situazioni più critiche al mondo. Due terzi della popolazione necessita di aiuti umanitari a causa della situazione economica sempre più grave, del perdurare delle ostilità, dello sfollamento di massa e delle infrastrutture pubbliche distrutte. Il conflitto ha condotto a una delle più gravi crisi educative della storia recente. Un’intera generazione di bambini siriani ne sta pagando a caro prezzo le conseguenze.
L’UNICEF sostiene i bambini offrendo istruzione, sostegno psicosociale e supporto agli adolescenti. Nell’ambito degli aiuti invernali, l’UNICEF e i suoi partner mettono a disposizione denaro contante per le famiglie registrate, combustibile per riscaldare le scuole e gli altri ambienti di apprendimento e anche serramenti con buon isolamento termico, affinché i bambini possano continuare a studiare anche con condizioni climatiche avverse.