Vater hält Kind auf dem Arm während er durch ein Auffanglager läuft.

Proteggere i bambini profughi

La vostra donazione arriva a destinazione!

  • Con 56 franchi donate kit igienici
  • Con 125 franchi donate «tempo libero e gioco in scatola» a 90 bambini in fuga
  • Con 195 franchi donate una «scuola in scatola» a 60 bambini in fuga
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Bambini profughi

I bambini profughi non sono mai stati tanti come oggi. Le cifre sono drammatiche: dei 108,4 milioni di persone sfollate con la forza (dato aggiornato al 2022), 43,4 milioni sono bambini. Quasi due milioni di loro sono nati rifugiati.

Guerre, catastrofi naturali e miseria costringono sempre più persone ad abbandonare la propria patria. Un bambino su sei oggi vive in zona colpita da conflitti o catastrofi. Più di un terzo dei bambini sfollati proviene dall’Africa a sud del Sahara (3,9 milioni), un quarto dall’Europa e dall’Asia centrale (2,6 milioni) e il 13 per cento (1,4 milioni) dal Medio Oriente e dal Nordafrica.

I bambini sradicati – che siano profughi, richiedenti asilo o sfollati interni – possono essere esposti a rischi particolarmente gravi per il loro benessere e la loro sicurezza. Ciò vale soprattutto per le centinaia di migliaia di bambini non accompagnati o separati dai loro genitori, esposti a un rischio elevato di tratta di esseri umani, sfruttamento, violenza e abuso. Nel mondo, circa il 34 per cento delle vittime accertate di tratta di esseri umani sono bambini.

Ein junges Mädchen sammelt Wasser an einer Wasserstelle in der Nähe von Dafur.

Dopo oltre un anno di violenze devastanti, insicurezza alimentare cronica ed epidemie, in Sudan innumerevoli persone sono costrette ad abbandonare la propria terra. Si tratta della maggior crisi di sfollamento del mondo: più di otto milioni di persone, tra cui quattro milioni di bambini.

Nonostante la situazione pericolosa in tutto il Paese, l’UNICEF opera in Sudan per i bambini e le famiglie. Gli interventi umanitari sul posto sono volti a coprire le esigenze più urgenti, soprattutto nell’ambito della protezione dell’infanzia, della salute, dell’alimentazione e dell’istruzione. 

Ein junges Mädchen aus Mali wurde in einem Flüchtlingscamp fotografiert.

L’aumento dei conflitti armati nel Sahel centrale (Niger, Burkina Faso e Mali) sta avendo effetti devastanti sulla sopravvivenza di quasi dieci milioni di bambini. Innumerevoli scuole, ospedali e altre infrastrutture civili hanno subito danni e distruzioni. L’insicurezza si sta ora diffondendo a sud della regione, dove altri 6,1 milioni di persone, la metà delle quali sono bambini, hanno urgente bisogno di aiuti umanitari.

L’UNICEF non rinuncia a raggiungere le popolazioni del Sahel centrale con aiuti salvavita. A tale scopo, sono stati creati centri sanitari e nutrizionali per raggiungere i bambini malnutriti nelle regioni più remote. Inoltre, attraverso programmi di sensibilizzazione l’UNICEF si assicura che i genitori siano informati su temi quali l’alimentazione, l’istruzione e l’igiene per i loro figli.

Ein kleines Mädchen isst eine Packung mit gebrauchsfertiger therapeutischer Nahrung vor ihrer Unterkunft.

La situazione di emergenza nella Repubblica Democratica del Congo costituisce una delle crisi umanitarie più complesse del mondo. I conflitti decennali tra gruppi armati, le violazioni dei diritti umani e l’insicurezza alimentare hanno contribuito allo sfollamento all’interno del Paese di quasi sette milioni di persone. Un ulteriore milione di profughi cerca protezione in altri Paesi africani. Nel contempo, la Repubblica Democratica del Congo ospita più di mezzo milione di rifugiati provenienti dai Paesi confinanti.

L’UNICEF e le sue organizzazioni partner operano sul posto fornendo servizi per la protezione dell’infanzia, allestendo alloggi temporanei e puntando soprattutto sull’assistenza psicosociale ai bambini traumatizzati.

Le cause della migrazione e della fuga sono svariate.

Un bambino su sei oggi vive in una zona colpita da conflitti o catastrofi. Nel 2022, più della metà dei bambini sfollati di tutto il mondo proveniva soltanto da tre Paesi: Siria, Afghanistan e Sudan del Sud. Quasi i tre quarti di tutti i bambini costretti a fuggire o sfollati all’interno del proprio Paese provengono da soli cinque Paesi: Siria, Afghanistan, Sudan del Sud, Venezuela e Myanmar.

Circa un miliardo di bambini sono a rischio estremo a causa delle ripercussioni della crisi climatica. Questi bambini sono esposti a shock climatici ripetuti, accompagnati da un approvvigionamento insufficiente di servizi di base come acqua, strutture igieniche e assistenza sanitaria. Soltanto nel 2021 sono stati costretti a fuggire altri 7,3 milioni di bambini in seguito a catastrofi naturali.

Nonostante i progressi compiuti, complessivamente 365 milioni di bambini soffrono di povertà estrema: ciò significa che devono sopravvivere con meno di 2.15 USD al giorno. Nelle famiglie povere manca spesso il tempo e la forza per frequentare la scuola. Nel contempo, la fame indebolisce i bambini e le famiglie. Ne deriva un circolo vizioso, perché la povertà e la fame impediscono l’istruzione; ma è proprio l’istruzione che può contrastare la povertà. Per questo, per molti bambini e famiglie l’unica via d’uscita è abbandonare la propria casa, nella speranza di un futuro migliore.

Riavere finalmente un’infanzia e poter giocare e imparare in un luogo sicuro: per i bambini profughi, non è un fatto scontato. Spesso passano anni nei campi profughi, o devono migrare da un campo all’altro. Il nostro obiettivo è non solo procurare a questi bambini lo stretto necessario, come farmaci, alimenti, acqua, ma anche creare per loro – sul posto – spazi sicuri per apprendere, giocare e sognare.

Per l’UNICEF la protezione dei bambini in fuga ha la massima priorità. Per questo l’UNICEF ha creato un piano di azione di sei punti, l’«Agenda for Action»: i bambini in fuga devono essere urgentemente protetti da violenza, sfruttamento, discriminazione, xenofobia e prigionia. La separazione dai genitori va per quanto possibile evitata. Nel contempo, è necessario continuare a garantire ai bambini il diritto all’istruzione e all’accesso ai servizi sanitari. Nelle situazioni di emergenza, l’UNICEF è una delle prime organizzazioni a trovarsi sul posto e fornisce importanti beni di prima necessità, offre assistenza psicosociale e si impegna affinché i bambini possano tornare prima possibile alla normalità. Oltre a mettere a disposizione zone a misura di bambino in cui i bambini possono giocare, le madri possono dar da mangiare ai loro neonati e le famiglie separate vengono riunite, l’UNICEF si impegna affinché tutti i governi trovino soluzioni durature e conformi ai diritti dell’infanzia, in modo che bambine e bambini possano riavere un’infanzia e un futuro, nonostante le circostanze difficili.

Per favore, aiutateci a donare a questi bambini speranza e un futuro.

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