In occasione del vertice di Davos, chiediamo a politici e detentori dei poteri decisionali di garantire a tutti i bambini pari opportunità nell’istruzione. La popolazione mondiale giovanile non è mai stata così numerosa, tuttavia 258 milioni di bambini non frequentano la scuola e oltre 600 milioni di scolari non raggiungono i requisiti minimi in lettura e calcolo. L’UNICEF ritiene dunque che in questo ambito via sia urgente necessità di intervento.
Quasi un terzo delle adolescenti provenienti dalle famiglie più povere non ha mai frequentato la scuola, quando invece proprio l’istruzione sarebbe lo strumento più efficace per raggiungere le pari opportunità.
«In tutto il mondo, i governi hanno abbandonato i bambini più poveri, e con loro anche il proprio futuro», ha dichiarato Henrietta Fore, Direttrice generale dell’UNICEF. «Finché saranno i bambini benestanti a beneficiare in modo sproporzionato dei fondi pubblici destinati all’istruzione, quelli più poveri avranno meno possibilità di sconfiggere la povertà e di acquisire le nozioni di cui hanno bisogno per ottenere successo ed essere concorrenziali sul mercato del lavoro, e così contribuire all’economia del loro paese.»
Recenti studi dell’UNICEF dimostrano infatti che in molti paesi i fondi pubblici destinati all’istruzione favoriscono i minori provenienti da famiglie agiate, mentre il 20 per cento più povero riceve meno del 10 per cento dei finanziamenti a disposizione. I bambini più svantaggiati hanno quindi meno possibilità di conquistarsi un futuro migliore.
L’accesso a un’istruzione di qualità è precluso ai più indigenti per varie ragioni, come la povertà, la lontananza degli istituti scolastici, le infrastrutture deficitarie e le discriminazioni dettate dal sesso, da una disabilità, dalle origini etniche o dalla lingua in cui si tengono le lezioni. La mancanza di istruzione perpetua il circolo vizioso della miseria e influisce considerevolmente sulla crisi dell’apprendimento globale.
Solo investendo nell’istruzione pubblica potremo migliorare in modo decisivo le prospettive delle generazioni future.