Dichiarazione di UNICEF Svizzera e Liechtenstein in occasione della deliberazione del Comune bernese di Studen di introdurre a partire dal 1° luglio un coprifuoco per i minori di 14 anni dalle 22 alle 6 del mattino.
- Fino a che punto si può limitare la libertà personale dei bambini?
La Costituzione federale svizzera (Cost.) nell’articolo 10 stabilisce che ogni persona ha diritto alla vita e alla libertà personale. Il capoverso 2 afferma che ciò include anche la libertà di movimento. I diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione sono validi per tutti e quindi anche per i bambini.
Qualsiasi limitazione di questi diritti alla libertà è una privazione della libertà personale. Un coprifuoco è pertanto una reclusione temporanea e precisamente per il periodo di tempo applicabile.
La libertà personale dei bambini, come quella degli adulti, finisce là dove limita i diritti di altre persone. Può essere limitata ai fini della tutela pubblica o della sicurezza generale, ma sempre in misura giustificata e proporzionata. Questo è accaduto, ad esempio, durante la pandemia di Covid, ma era ugualmente valido per l’intera popolazione e limitato a un determinato periodo di tempo. Nel caso presente, tuttavia, si fa una distinzione tra bambini e adulti.
- Che cosa significa il coprifuoco per i bambini?
Il coprifuoco è una chiara violazione dei diritti dell’infanzia. I diritti dell’infanzia, infatti, sono validi in qualsiasi momento e senza riserve per tutti i bambini da 0 a 18 anni.
Il coprifuoco prevede che i minori di 14 anni non possano muoversi all’interno degli spazi pubblici a meno che non siano accompagnati da una persona che esercita l’autorità genitoriale. Si sostiene che si tratti di una misura preventiva che mira a tutelare i bambini. Pertanto, si ritiene che abbia effetti positivi per i bambini stessi, ignorando i diritti dell’infanzia e gli effetti in assenza di coprifuoco, per esempio l’autonomia negli spostamenti.
Inoltre, con una simile decisione i bambini sono oggetto di un sospetto generalizzato in quanto si presuppone che disturbino la collettività e la convivenza. Il segnale che viene inviato ai bambini è dunque molto forte e negativo.
- Con questa decisione, i diritti dell’infanzia non vengono rispettati?
Con il coprifuoco, i diritti garantiti nella Convenzione dell’ONU sui diritti dell’infanzia vengono limitati o violati. La Svizzera ha ratificato la Convenzione sui diritti dell’infanzia nel 1997, impegnandosi così ad attuare tali diritti. Di conseguenza, è responsabilità della Confederazione, ai sensi dell’articolo 4 della Convenzione (realizzazione dei diritti dell’infanzia), intervenire contro il coprifuoco, poiché questo viola i diritti dei bambini nonché i diritti fondamentali (art. 10 Cost.).
Sono in causa:
- Art. 2: Non discriminazione
I bambini sono svantaggiati rispetto ad altri gruppi di età, poiché non valgono per tutti le stesse regole. Art. 3: Interesse del bambino al primo posto
Tale principio viene violato in quanto si attribuisce un’importanza diversa agli interessi di singoli gruppi di popolazione.
- Art. 12: Rispetto e ascolto dell’opinione del bambino
Un approccio preventivo è senz’altro ragionevole, ma sarebbe auspicabile coinvolgere i bambini nella ricerca delle soluzioni e dialogare con il gruppo target. Bisognerebbe puntare su una maggiore collaborazione tra i vari attori del Comune, la polizia, l’animazione socioculturale dell’infanzia e della gioventù, le scuole, le organizzazioni del vicinato, le associazioni di genitori, eccetera. È probabile che il dialogo con i bambini stessi porti ad altre misure, più accettate e compatibili con la Convenzione sui diritti dell’infanzia e la Costituzione. - Art. 15: Libertà di associazione
Questo diritto viene temporaneamente limitato e, nel caso in questione, sembra intaccare in modo sproporzionato i diritti di libertà personale. - Art. 31: Riposo, gioco, arte e cultura
Questi diritti vengono temporaneamente limitati senza fare alcuna distinzione e senza tener conto, ad esempio, dei fine settimana o del periodo delle vacanze, quando i bambini possono spesso giocare fuori più a lungo.
- Conoscete esempi simili a quello del coprifuoco nel Comune di Studen?
Nell’ambito dell’iniziativa dell’UNICEF «Comune amico dei bambini», UNICEF Svizzera e Liechtenstein rileva che i conflitti nell’utilizzo degli spazi pubblici sono molto diffusi. Non di rado, si finisce per mettere cartelli di divieto nei luoghi pubblici; soprattutto durante la pandemia di Covid, la situazione si era acuita. A livello comunale, un’altra sfida è rappresentata dal fatto che spesso mancano i punti d’incontro, soprattutto per i bambini e gli adolescenti. Sono problematici anche i casi in cui piazze centrali appartengono a privati e si stabiliscono regole che vietano ai bambini di intrattenersi in questi luoghi.
Inoltre, si notano spesso luoghi e punti d’incontro non accessibili ai bambini, o accessibili solo in misura limitata, per esempio luoghi di gioco e di ricreazione che non possono essere utilizzati al di fuori dell’orario scolastico.
- Quali alternative al coprifuoco esistono?
A livello comunale, ai bambini e agli adolescenti si attribuiscono spesso vandalismo, rumore, inquinamento, ecc. Le misure preventive dovrebbero puntare sul dialogo e la sensibilizzazione. Per esempio, i Comuni possono cercare attivamente il dialogo con i diversi gruppi di popolazione, elaborare insieme raccomandazioni e linee guida e collaborare di più con l’animazione socioculturale locale dell’infanzia e della gioventù, ad esempio sotto forma di attività di sensibilizzazione, oppure istituendo l’animazione socioculturale dell’infanzia e della gioventù, se ancora non c’è. È importante anche mettere a disposizione dei bambini e degli adolescenti luoghi dove potersi soffermare e incontrare, luoghi da poter gestire e di cui potersi appropriare.
Se, nonostante ciò, si verificano conflitti o vandalismo negli spazi pubblici, questi singoli casi vanno esaminati e ponderati individualmente. La punizione collettiva di tutti i bambini e adolescenti è una misura sproporzionata.
L’intera intervista della RSI, Radio della Svizzera italiana, a Mona Meienberg, Capo Team Sviluppo Comunale e Urbano Adatto ai Bambini presso UNICEF Svizzera e Liechtenstein, si può ascoltare qui.