I casi di ebola nell’Africa occidentale sono aumentati drammaticamente negli ultimi mesi. L’UNICEF ha adottato misure di sensibilizzazione e igieniche.
Lo scoppio di ebola nell’Africa occidentale ha ormai tutti i crismi dell’epidemia. Almeno 670 persone sono morte, 964 sono state contagiate. La Guinea, la Liberia e la Sierra Leone hanno fatto registrare il maggior numero di casi.
L’UNICEF ha potenziato le misure di sensibilizzazione e igieniche nella regione, ma è costretto a lottare anche contro i pregiudizi. “Ci sono ancora persone che negano l’esistenza della malattia o che affermano che non sia necessario curarla”, conferma Manuel Fontaine, Direttore regionale dell’UNICEF per l’Africa occidentale e centrale. “Se vogliamo interrompere la catena di contagio dell’ebola, non possiamo limitarci al trattamento dei pazienti: dobbiamo bussare a ogni porta, andare in ogni mercato e parlare della malattia in tutte le chiese e le moschee”.
La campagna di informazione dell’UNICEF si basa sia su approcci tradizionali sia su metodi meno consueti. Con spot televisivi e radiofonici e articoli sui giornali, sono stati raggiunti almeno 5,5 milioni di persone. In Liberia, artisti locali hanno sostenuto la produzione di una canzone pop sulla prevenzione dell’ebola.
In Guinea e in Liberia, l’UNICEF e le organizzazioni partner hanno distribuito due milioni di pezzi di sapone e 600 000 bottiglie di cloro a economie domestiche, scuole e centri sanitari.