La portata della catastrofe abbattutasi su Beirut va pian piano delineandosi in un contesto in cui diverse centinaia di migliaia di persone, tra cui molti bambini, hanno perso tutto, sono esposti alle carenze del sistema sanitario e al rischio di una crisi alimentare. L’UNICEF presta aiuti d’emergenza, sostiene il settore della sanità e, in collaborazione con i suoi partner, contribuisce alla presa a carico immediata e a medio termine dei bambini e delle loro famiglie.
Il 4 agosto 2020, due terribili esplosioni hanno devastato Beirut. Secondo le autorità, almeno 135 persone hanno perso la vita, cinquemila sono rimaste ferite e oltre 300 000 hanno perso tutto e non hanno più un posto in cui stare. Le scuole, al momento chiuse per le vacanze estive, sono state adibite a rifugi di fortuna. Il principale porto libanese è stato gravemente danneggiato, il più grande silo di cereali, che si trovava nella zona, raso al suolo. Le riserve di cibo e di farmaci bastano per meno di un mese, il che minaccia di acuire la già drammatica insicurezza alimentare in cui versa la popolazione.
Altri edifici, tra cui tre importanti ospedali, hanno subìto danni. La situazione nei nosocomi di Beirut è disperata: hanno raggiunto la massima capacità e non dispongono di apparecchiature per la cura dei feriti e dei pazienti più gravi. In tutto il paese è stato lanciato un appello a donare sangue.
Il Libano era già preda dell’instabilità politica, di una terribile crisi economica e della pandemia di Covid-19 che ha sopraffatto gli ospedali e il personale sanitario, chiamati ora a occuparsi anche delle vittime delle esplosioni.
Subito dopo il disastro, l’UNICEF, le autorità nazionali e la società civile hanno adottato le prime misure a favore della popolazione colpita, distribuendo per esempio acqua potabile ai dipendenti portuali e ai soccorritori. Insieme ai suoi partner, l’UNICEF sostiene il Ministero della sanità nella rimozione dei resti di farmaci e vaccini stoccati in un magazzino presso il porto per metterli in sicurezza.
La priorità dell’UNICEF è l’infanzia. I bambini traumatizzati ricevono sostegno psicosociale e quelli rimasti soli vengono aiutati a ritrovare le loro famiglie. È inoltre essenziale garantire la continuità della presa a carico sanitaria e delle vaccinazioni, come pure condizioni igieniche adeguate, soprattutto nell’ottica della pandemia di Covid-19. L’UNICEF parteciperà verosimilmente anche alla ricostruzione delle scuole danneggiate. Per assicurare il suo operato, l’UNICEF stima un fabbisogno di 4,4 milioni di dollari.
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