Conflitti e catastrofi minacciano la sicurezza, il benessere e il futuro di 41 milioni di bambini in tutto il mondo. L’UNICEF lancia un appello alla comunità internazionale: per gli aiuti umanitari a favore dell’infanzia bisognosa quest’anno necessita di 3,9 miliardi di dollari. Il rapporto 2019 si focalizza sulla protezione.
Nel suo rapporto «Humanitarian Action for Children», ogni anno l’UNICEF attira l’attenzione sulla condizione dell’infanzia nei territori di conflitto e crisi, e fornisce informazioni sulle misure previste. Con l’edizione 2019, pubblicata oggi, l’UNICEF lancia un appello alla comunità internazionale per la raccolta di 3,9 miliardi di dollari al fine di raggiungere 41 milioni di bambini in 59 paesi. La maggior parte di questi fondi (il 29 per cento) sarà destinata a programmi per l’istruzione, un quinto a progetti per fornire acqua potabile e impianti sanitari, il 18 per cento a programmi alimentari – in particolare per la cura della malnutrizione acuta grave – e il 10 per cento a questioni sanitarie. Il rapporto si china in particolare sulle misure nell’ambito della protezione dell’infanzia, al quale sarà destinato un altro 10 per cento dei fondi, ovvero 385 milioni di dollari, quasi 121 dei quali a favore dei bambini colpiti dalla crisi siriana.
La protezione dell’infanzia al centro dei programmi umanitari
La protezione dell’infanzia comprende tutte le misure volte a evitare e a diminuire gli abusi, la trascuratezza, lo sfruttamento, i traumi e la violenza. L’UNICEF mira a individuare, disinnescare e combattere potenziali pericoli per la sicurezza e il benessere dell’infanzia. Si stima che oltre 34 milioni di bambini in regioni colpite da conflitti e catastrofi non siano sufficientemente protetti. 6,6 milioni si trovano nel solo Yemen, 5,5 milioni in Siria e quattro milioni nella Repubblica Democratica del Congo.
Raggio d’azione spesso limitato per le organizzazioni umanitarie
«Oggi, milioni di bambini soffrono in modo inaudito a causa di violenza e miseria», ha dichiarato Henrietta Fore, Direttrice generale dell’UNICEF. «Spesso, hanno subìto traumi terribili. Il nostro operato nell’ambito della protezione dell’infanzia è imprescindibile: senza luoghi sicuri dove giocare, senza la possibilità di essere riuniti con le loro famiglie e senza sostegno psicosociale, questi bimbi non potranno mai guarire le loro ferite invisibili.» Manuel Fontaine, Direttore dei programmi d’emergenza dell’UNICEF, ha aggiunto: «La comunità internazionale deve impegnarsi per proteggere l’infanzia nelle situazioni di crisi».
Successi dei programmi dell’UNICEF nel 2018
Le difficoltà di finanziamento e altre sfide, come le vieppiù numerose violazioni del diritto internazionale umanitario da parte delle parti in conflitto o l’impedimento dell’accesso alle aree di crisi, limitano spesso il raggio d’azione delle organizzazioni umanitarie. Ciò nonostante, l’UNICEF in collaborazione con governi e partner, ha potuto migliorare notevolmente le condizioni dell’infanzia più vulnerabile nel mondo. Nei primi dieci mesi del 2018 sono stati ottenuti grandi risultati:
- 3,1 milioni di bambini e persone che se ne occupano hanno ricevuto assistenza psicosociale;
- 35,3 milioni di persone hanno ottenuto l’accesso all’acqua potabile;
- 5,9 milioni di bambini hanno ottenuto accesso all’istruzione scolastica;
- 4,7 milioni di bambini sono stati vaccinati contro il morbillo;
- 2,6 milioni di bambini sono stati curati contro la denutrizione acuta grave.
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