Ucraina: un mese di guerra – un popolo in fuga

Jürg Keim
Jürg Keim

La guerra in Ucraina è iniziata un mese fa. Da allora, minaccia direttamente la vita e il benessere della popolazione, e ha costretto alla fuga 4,3 milioni di bambini. L’UNICEF è sul posto e fornisce l’aiuto necessario.

© UNICEF/UN0605554/Remp

L’Ucraina orientale è in guerra da otto anni, ma ora il conflitto – e con esso la sofferenza che genera – si è esteso a tutto il paese. Circa quattrocento scuole, oltre sessanta ospedali e centri sanitari, e più di 1500 abitazioni sono stati danneggiati o distrutti, cifre che aumentano ogni giorno. In alcune regioni, in particolare nelle città assediate come Mariupol e Volnovakha, la situazione è disperata: manca l’essenziale, come cibo, accesso all’acqua potabile, assistenza medica e carburante.

Le famiglie sono costrette a rifugiarsi in condizioni inconcepibili e traumatiche in cantine e bunker o a fuggire, anche all’estero. Secondo l’Alto Commissariato per i rifugiati (UNHCR), dall’inizio della guerra il 24 febbraio 78 minori hanno perso la vita e 105 sono stati feriti.

Quasi 6,5 milioni di persone sono sfollati interni, mentre pressoché 3,4 milioni sono fuggiti all’estero, oltre due milioni in Polonia. La maggior parte dei profughi sono donne e bambini, gli uomini tra i diciotto e i sessant’anni sono infatti obbligati a restare in Ucraina. In un mese, la guerra ha costretto alla fuga 4,3 milioni di bambini, oltre la metà dei circa 7,5 minori del paese. 1,8 milioni si sono rifugiati nei paesi limitrofi, 2,5 milioni sono sfollati interni.

Il fabbisogno di aiuti umanitari si moltiplica di ora in ora. Tra le necessità più urgenti dei rifugiati ci sono le cure mediche di base, importanti farmaci, materiale ed equipaggiamento sanitario, acqua potabile, articoli per l’igiene e alloggi per chi ha perso tutto.

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Gli aiuti d’emergenza dell’UNICEF in Ucraina

L’UNICEF, presente in Ucraina con oltre 140 operatrici e operatori, collabora con organizzazioni partner e autorità locali per aiutare la popolazione in quello che si sta profilando come il più grande flusso di rifugiati dalla Seconda guerra mondiale.

Ecco una selezione delle sue attività più importanti.

  • Distribuisce acqua e articoli per l’igiene alle persone in fuga, predispone impianti sanitari, assicura il trasporto di acqua lungo la linea di contatto dove le infrastrutture sono danneggiate e appoggia la riparazione di impianti idrici e sanitari.
  • Distribuisce importante materiale sanitario e cibo, come biscotti energetici e complementi con micronutrienti per bambini, donne incinte e allattanti così come le attrezzature mediche e le medicine.
  • Recensisce gli sfollati interni nell’Ucraina occidentale, ne rileva le necessità, mette a disposizione equipaggiamento medico di base, anche tramite unità mobili.
  • Nelle regioni controllate dal governo ucraino, offre sostegno psicosociale ai bambini e a chi li accompagna. A tale scopo, al momento dispone di tredici squadre mobili, che saranno aumentate a 47 per coprire tutto il paese. Le sessioni spesso avvengono online dalle cantine, ma non appena la situazione lo permetterà almeno altre cinque squadre composte di psicologi, professionisti della salute e operatori sociali si recheranno nelle zone di conflitto per prestare primo soccorso e assistenza psicologica.
  • Si impegna per la protezione di donne e bambini con specialisti della protezione dell’infanzia e un’apposita task force.
© UNICEF/UN0599681/Câtu

«L’ondata di profughi cresce in modo esponenziale e aumenta il fabbisogno di aiuti umanitari. La metà delle persone in fuga sono bambini. L’UNICEF collabora con l’UNHCR per offrire loro protezione e aiuto nei paesi che li ospitano.»

Catherine E. Russel, Direttrice generale dell’UNICEF

I «Blue Dot», punti di contatto sicuri nei paesi limitrofi

L’UNICEF è presente anche in Polonia, Moldavia, Romania, Bielorussia, Ungheria e Slovacchia, dove collabora con l’UNHCR, autorità e partner locali - per esempio il CICR – per offrire sicurezza, stabilità e consulenze alle famiglie in fuga dalla guerra.

  • Nei cosiddetti «Blue Dot», i profughi ricevono importanti informazioni e sostegno pratico per la continuazione del viaggio. I bambini non accompagnati vengono identificati, registrati e segnalati ai servizi di protezione dell’infanzia.
  • I «Blue Dot» sostengono anche le donne vittime di violenza di genere.
  • Nei «Blue Dot», vengono inoltre predisposti spazi a misura di bambino nei quali i piccoli possono trovare un po’ di calma e giocare. Personale formato offre loro attività strutturate e sostegno psicosociale. Sono previsti anche locali e programmi per i più piccoli e per gli adolescenti per soddisfare le loro esigenze specifiche.
© UNICEF/UN0609203/Vladimir
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Nonostante gli sforzi per garantire un accesso sicuro, rapido e senza ostacoli agli aiuti umanitari, nelle regioni del paese più colpite dal conflitto la situazione è drammatica. Insieme, possiamo fornire aiuti urgenti e a lungo termine alle famiglie colpite dalla guerra. Continueremo a fare tutto quanto in nostro potere a favore dell’infanzia ucraina.

«Siamo decisi a restare e ad aiutare. Ma abbiamo bisogno del vostro sostegno».

Catherine E. Russel, Direttrice generale dell’UNICEF

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